
Si continua – purtroppo! – nell’infinita incertezza, si continua ad agitare lo spauracchio e a invocare la “reclusione”.. nelle nostre case.
Ancora ci è chiesto questo enorme sacrificio che pure sappiamo essere per il nostro bene, personale e sociale. Ma diventa sempre più difficile sopportare questo forzato immobilismo, questa impossibilità di coltivare relazioni interpersonali con i metodi consueti, questa innaturale gestione del nostro tempo, del nostro lavoro, dei nostri affetti.
Da persone adulte e responsabili ce ne facciamo una ragione, senza ovviamente perdere la speranza che tutto questo finisca al più presto.
E finirà! Sì, certo, ma la domanda è: quando finirà? Domanda legittima, senza ancora una immediata e precisa risposta.
Continuiamo, tra mille perplessità, mille scartoffie…anche se con la sensazione di vivere “a scartamento ridotto”.
Un po’ è vero ma tutto dipende anche da noi, da come la prendiamo, da come riempiamo di senso il tempo che comunque ci è dato da vivere. Da un po’ di tempo a questa parte ce lo siamo sentiti ripetere da tanti e in tanti modi, e rimane sempre vero: la riflessione, la preghiera, la vita di famiglia, le amicizie sono capitoli di solito trascurati e che adesso trovano più spazio nella nostra vita, nei nostri pensieri, nel nostro agire.
Resistiamo con pazienza. Non perdiamo mai l’occasione di pregare il Signore che non ci lasci soli in questo pantano. No, non è esatto dire così.
Preghiamo il Signore di essere capaci, sempre più capaci, di sentire la sua presenza anche e soprattutto quando sentiamo che il pantano imbratta i nostri piedi. Non ci colga la sensazione dell’abbandono.
Dio non abbandona, semmai siamo noi che non solleviamo lo sguardo per incrociare la visione di una presenza provvidente. Adesso più che mai dobbiamo sentire la forza di essere una comunità che crede, che prega, che spera. Il tempo che stiamo vivendo è “pasquale”: il Signore è davvero risorto!
Buon Pomeriggio