Apparteniamo in tanti, specie in tempo di Coronavirus, e in diversa misura, alle folle che si accalcavano attorno a Gesù per chieder un segno [Lc 11,29-30].
Altro tassello necessario per ricostruirci anche come comunità cristiana!
Quanto più si spegne la fede, tanto più si cercano segni. Quanto più ci si allontana dal Vangelo che nei due misteri dell’incarnazione e della passione morte e resurrezione del Figlio di Dio, tanto più le domande, rimaste sopite e nascoste da mille mercanzie cercano risposte in mondi magici, di superstizione di fede pasticciata!
La realtà è chiara e lampante: tanto meno si crede in Gesù Cristo, tanto più si finisce col credere a tutto!
Amici miei, coronavirus o no, Gesù non appaga il nostro carnale, e consentitemi, sciocco bisogno di segni! Annuncia se stesso come unico segno!
Come il profeta “simpatico” Giona fu segno di Dio agli abitanti “tardi e tordi” di Ninive perché si aprissero alla fede, così la morte e resurrezione che stiamo vivendo in questa Pasqua strana e insolita, è segno della presenza di Dio nel mondo!
La concretezza del fatto cristiano getta alle ortiche tutti gli spiritualismi, le mode misticheggianti, le strane visioni, previsioni che di fatto sono incapaci di appagare le esigenze spirituali che ogni coscienza avverte!
Gesù ci chiama, anche oggi, nel giorno del “silenzio” generazione malvagia, perchè perduta su strade di non fede, di credulità insensata e perfino grottesca. Ma, ed è forse qui che risiede la svolta, egli promette di essere segno anche per noi.
Le fede, amici miei, coinvolge la persona intera, con le sue esigenze più profonde, che non possono rimane nascoste e sopite o peggio taroccate…. Essa è RISPOSTA, non un qualsiasi tentativo assurdo, irreale di possedere Dio…chiedendo segni…anche oggi in piena pandemia…. La sola cosa che ci è richiesta e di essere pronti, decisi….
Buon venerdì Santo….