Bella riflessione quella di stamane del Vescovo Erio al presbiterio di Carpi: ha dispensato una manciata di sapienza, di intelligenza ma soprattutto di cuore a tutti i presenti….
Nel mentre ho ripreso queste sagge riflessioni per lavorarci sopra, mi sono imbattuto in un salmo il 14 che così dice:
Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c’è Dio».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli;
non c’è nessuno che faccia il bene.
Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini,
per vedere se vi è una persona intelligente,
che ricerchi Dio.
Ho cercato di attualizzarlo nella mia povera vita di prete….
L’insensato, a voler ben guardare può essere il “mondo” così come lo intende sopratutto San Giovanni nel suo Vangelo. Il mondo del rifiuto cosciente, ostinato della luce e della grazia. Il mondo che preferisce la tenebre, perché teme, ha paura, tremendamente paura, che la luce venga a mettere in evidenza le sue opere malvagie.
L’uomo intelligente, potrebbe esser rappresentato il popolo di Dio…
Ma attenti a non fissare indebiti confini… Il mondo si può trovare benissimo e comodamente alloggiato all’interno del popolo di Dio. Il “mondo” può essere ospite gradito anche nel cuore di tanti sacerdoti….
Dentro il mio cuore può convivere sia l’uomo intelligente che l’uomo insensato. Io posso essere contemporaneamente colui che cerca Dio e colui che, in certe circostanze, mette Dio in disparte, agisce come se non ci fosse Dio.
Da per tutto può spuntare l’autosufficienza, la prepotenza, l’egoismo, l’oppressione, la disonestà. E’ il “mondo” che circola disinvoltamente tra le schiere del popolo di Dio e infetta anche il mio sangue….
Occorre scoprirlo e combatterlo in tutte le sue manifestazioni…senza guardare troppo distante da sé….
Osservando e origliando le chiacchiere post ritiro di qualcuno dei presenti circa l’annuncio del nuovo vicario generale a carpi mi è venuto in mente una storiella significativa:
Due amici preti partono in un tempo lontano per una battuta di caccia all’orso. Sul limite della foresta, uno non se la sente di proseguire. “Vacci da solo. Io ti aspetto qui”.
L’altro coraggioso, si inoltro nella boscaglia in solitudine. Dopo un po si sentì un grido:
“Ehi!”, rispose l’altro “Cosa?”. Disse il coraggioso: “L’ho preso!”. Il timoroso rispose: “Bene, portalo qui”. Gli rispose: “Non posso”, e l’altro “Perché?”, rispose “Non mi lascia venire”….
Questo è un pericolo tutt’altro che frequente nella Chiesa di Carpi, oggi. Ci si illude di conquistare chissà che cosa, in realtà, si rimane presi, si parte per affermare determinati principi, valori, e si finisce per lasciarsi afferrare e quasi stritolare non tanto dal “gareggiare nel volersi bene” ma nel selezionare, scartare ciò che si ha….
A sto punto vale la pena collocarci decisamente su un altro piano, che il vescovo Castellucci ci ha indicato stamane….collocarci e puntare magari “sulla piazza”… Buon pomeriggio