Mi sono imbattuto stamane, all’alba nella recita della liturgia delle ore in questa frase, che faccio mia: “Fino a quando Signore?”
[Salmo 13 (12)].
E’ la giaculatoria martellante di chi ha esaurito le scorte e sottoscorte di speranza. Una giaculatoria degli sfiduciati, dei delusi, dei disperati. Di tutti coloro che “covano, alimentano pensieri amari” e hanno l’anima in rivolta. La litania di chi vede sempre e soltanto buio al proprio orizzonte, senza mai un guizzo di luce, di speranza. La titania di chi è stanco, aiuto limiti della sopportazione.
Penso a tanta mia gente che stremata da cure ha ormai perso definitivamente l’appuntamento con la speranza …
Fino a quando Signore?
L’anziano cui l’inserviente regala un sorriso stantio, stanco.
Fino a quando Signore?
la donna la cui dignità è stata calpestata, il padre di famiglia che non ce la fa più a tirare avanti. Tutti quelli che non ascoltano mai una parola amica. L’uomo che consuma tutti i suoi giorni nella solitudine più agghiacciante, senza una persona con cui condividere un segreto.
Fino a quando Signore?
E noi tutti, quando ci troviamo di fronte allo scandalo del mare, alla prepotenza che si sta consumando in Turchia, al massacro di innocenti, e tempestiamo il Signore con i nostri inquietanti “perchè?”…Se esiste Dio….
I miei, i nostri perchè piccoli e grandi….
ma non aspetto la risposta. la sofferenza, mia e degli altri, è e rimane un mistero.
Cristo non risponde direttamente alla domanda, alle domande. Risponde, prima di tutto, in una maniera insolita, collocandosi in una prospettiva a dir poco sconvolgente….
Sono due parole: “Gesù pianse”. Ecco, mi basta questa immagine: il volto di Dio rigato di lacrime! Mi basta questa notizia per tentare di fare di questa giornata, della giornata di ritiro sacerdotale che celebrerò stamattina qui a Carpi, una giornata bella, buona e vera…. Buona e Santa Giornata a tutti!