Ho partecipato, concelebrando la Santa Messa di Guarigione e di liberazione presieduta da don Aloysius Kulangara, un prete carismatico ed esorcista indiano invitato dall’esorcista e padre spirituale del Piccolo gregge della Divina Misericordia di Fontana don Ermes Macchioni.
Una celebrazione commovente, veramente carismatica, di lode, di preghiera, di festa che ha coinvolto centinaia di persone. Mi sono commosso, ho pianto!
Chi mi conosce sa che io sono colui che non si vergogna di piangere. D’altronde, mi ripeto sempre, anche Gesù “si commosse profondamente…”, ma soprattutto “scoppiò a piangere”. Le Sante Messe di consolazione, di liberazione e di guarigione sono la dimostrazione che Gesù “è la risurrezione e la vita”!
Tra il piangere di Gesù e l’altra affermazione che Gesù è “la risurrezione e la vita” non c’è affatto incompatibilità, e contraddizione.
Esse, le due affermazioni, sono invece uniti tra loro!
La fede, senza lacrime può essere addirittura disumana!
Tra fede e resurrezione si stende l’area complessa e contraddittoria della nostra condizione umana. Cristo è contrario al male, Esso non si rassegna alle separazioni più brutali, se non contro il peccato, il male!
Nel vangelo di Giovanni (11, 4) Gesù esclama: “Lazzaro, vieni fuori…”. Quel grido impetuoso è rivolto, anche, per ciascuno di noi. Gesù non si rassegna ai nostri sepolcri, alla nostra coabitazione con la morte, alle nostre scelte di morte, alla nostra vita apparente! Lui ci provoca. , ossia letteralmente ci chiama fuori. Fuori dalla prigionia in cui spesso ci rinchiudiamo volontariamente, accontentandoci di un esistenza scialba, impoverita dalla mancanza di preghiera, di slanci, spoglia della consapevolezza di essere sui “discepoli”… Evviva le lacrime che ci liberano e ci spingono nell’abbraccio di Dio… Buona serata!