Viene da chiedersi che necessità ci sia, nella babele attuale, porsi la domanda, come se questa domanda sia di tipo esistenziale che cosa hanno in comune (se ce l’hanno) cristianesimo, buddismo e marxismo?
Quando la domanda di spiritualità riemerge, dal chiasso e dall’oltre “mi piace o non mi piace”, spesso si esprime come fascino del diverso, guardando con simpatia al buddhismo e alla religiosità orientale.
Una risposta a questo grande “dilemma”, cerca di darla come studioso ed esperto, impegnato in un tour Tiziano Tosolini, ricercatore universitario in Giappone, missionario saveriano, quella compagnia sacerdotale che ebbe tra i suoi massimi rappresentanti Eugenio Melandri che venne sospeso a divinis dal Santo Giovanni Paolo II perché decise di abbracciare falce e martello e diventare europarlamentare di Democrazia Proletaria, che per decisione pontificia potrà tornare a dir messa.
Tosolini introduce da esperto conoscitore, la figura del filosofo Tanabe Hajime (1885-1962), filosofo giapponese della cosiddetta «scuola di Kyoto». In quella città infatti si è sviluppata una vera e propria «scuola» imbevuta di filosofia occidentale che ha prodotto un scontro, ma ora va di moda definirlo incontro, tra filosofia occidentale e orientale.
E’ innegabile che il cristianesimo ha avuto una parte importante in questo scontro. Quel che fa problema, e dovremmo porcelo questo problema, è che sto filosofo orientale, caro a tanti sacerdoti “progressisti”, sostiene una “riforma” religiosa basata sull’idea che la predicazione del Regno di Dio operata da Gesù nel Vangelo debba una buona volta sostituire quella di Paolo che pone al centro della predicazione la morte-risurrezione.
La religione di Gesù sull’amore, sulla compassione, sulla ricerca della volontà di Dio, è tornata attuale con Papa Bergoglio ed è in sintonia con quanto affermato e documentato dalla scuola di Kyoto. Per questa scuola di Kyoto, per Tanabe, il cristianesimo se si presenta come l’unica fonte autorizzata a presentare l’unicità ed universalità della figura salvifica di Cristo non riesce a realizzare l’annuncio del Vangelo, perché fa diventare unicità ed universalità una serie di dogmi ai quali dare assoluta obbedienza.
Non è questione di prendere in mano le Katene leggendarie armi giapponesi, per comprendere che proprio la figura salvifica del Cristo sia spada che taglia….sempre!
E varrebbe la pena ricordare a tutti “gli incuriositi” che è preferibile conoscere ciò che siamo e che siamo chiamati ad essere, prima di aprire porte, portoni altrui… Buona Giornata