Non è difficile riconoscerci in Marta che si preoccupa e si affanna per molte cose. E magari troviamo a ridire sul conto di Maria che, secondo noi, ha scelto la parte più comoda. E invece per Gesù, quella è la “parte migliore”, ossia la parte dell’ascolto, della contemplazione, dell’adorazione, della meraviglia. Eppure il paradosso della vita cristiana si colloca tra queste due esigenze all’apparenza contraddittorie.
Il mondo d’oggi, è inutile negarlo, corre, corre sempre più veloce, la macchina del mondo, sotto la spinta della perfezione e del perfettibile ci sta però infilando in una “discesa vertiginosa”. Ma come uomini, ancor prima che come cristiani, abbiamo il compito non di rincorrere il mondo, di mettersi al passo di tutte le mode, di tutte le chiacchiere, ma siamo incaricati piuttosto di fermarlo.
Il vero progresso, la vera crescita non consiste nell’andare più in fretta, ma sta in una ricerca sensata di sviluppo armonico innanzitutto della persona, delle persone tra di loro e delle persone con il proprio ambiente.
Le imprese più grandiose non sono nelle ascensioni spaziali, specialmente quando vengono scontate da vertiginose discese dell’anima. Paradossalmente per crescere bisogna fermarsi, per proseguire dobbiamo ricercare, animare le intenzioni, trovare e darci indicazioni sulla direzione che vogliamo dare alla nostra esistenza.
Ma siamo in grado, oggi di fermarci?
Siamo ancora capaci di stupore? Quando non ci si riesce più a fermare, si è incapaci di ammirare. Si sfiorano cose, le persone come se fossero oggetti, quasi fossero bagagli, si immagazzinano emozioni, selfie, “souvenir”, senza entrare in comunione, in condivisione con nulla.
I nostri occhi diventano di fatto soltanto strumenti per guardare di “sfuggita”, non per “vedere”, e le meraviglie diventano oggetti di consumo.
Se c’è qualcosa che può fermare l’uomo nella sua corsa e provocarli quel famoso “oh” che da bambini si era abituati a dire, è soltanto la calma, il fermarsi, il ragionare, l’ammirare.
E’ paradossale che in piena estate, ci venga offerta questa riflessione di Marta e di Maria, sorelle nostre , quasi che il Signore, in fondo, ci chiede di sostare, la parte migliore non è quella di chi moltiplica le cose, le attività, la parte migliore è quella di chi si accorge della presenza silenziosa, talvolta anomala della Sua presenza. Buona giornata e Buona domenica!