Ecco il mio saluto a NOTIZIE…
Carissimi lettori, abbonati mi congedo da ciascuno di voi nella consapevolezza, delle difficoltà anche emotive, che comporta il mettersi da parte, a lato, il coraggio di affermare: punto e a capo. Quante volte abbiamo usato questa espressione. In alcune occasioni l’abbiamo pronunciata per porre fine a una discussione noiosa, o per chiudere la bocca a un interlocutore importuno e fastidioso. In altre circostanze ci è sembrato che dire “punto e a capo” servisse quasi a cancellare o dimenticare una questione spinosa, che non si desiderava più riaprire nonostante fosse ben lontana dall’essere risolta.
Ma “punto e a capo” è anche un bel modo di dire: contiene la forza del coraggio, della determinazione, del rischio che si osa affrontare, ed è il caso di quel che sta succedendo in quel di Carpi. I fardelli che le ultime vicende pongono sulle spalle di ciascuno di noi possono pesare come un fardello insopportabile: paure, indecisione, ansia. E succede così di perpetrare sentimenti di infelicità. Ci sono tante situazioni che dovranno essere chiarite, legami, questioni delicate da affrontare, ma insieme si può fare!
Punto e a capo. Forse, la svolta impressa dal ritiro del Vescovo Cavina, chiede a tutti noi il coraggio di decisioni forti, la maturità di scelte, la ferita di un distacco, il coraggio di una decisione.
Ma “da capo” significa per noi consacrati anche, “dall’inizio”, cioè del principio. Che vuol dire “da Dio”, perché è lui il capo, l’inizio, il principio del mondo, della vita, di ogni cosa buona.
Una comunità cristiana ricomincia davvero da capo se ha il coraggio di ripartire da Dio. Dobbiamo guardarci da un fare “senza Dio”, da una programmazione, da un cuore, da un’agitazione senza speranza. Se una comunità non riparte da capo, cioè da Dio, finisce inesorabilmente col ripartire da se stessa, cioè dalle proprie consuetudini usurate, dalla propria stanchezza, dalle proprie paure, dal timore di sbagliare, dalle relazioni a volte fin troppe faticose e conflittuali. Ci vuole coraggio di ricominciare da Dio: dall’ascolto semplice ed è quello che auguro innanzitutto a me stesso e a ciascuno di voi affinché, come ebbe modo di scrivermi il Vescovo Francesco, “si prosegua nel cammino illuminato dalla grazia di Dio e dal desiderio di servire sempre la Santa Chiesa”, che ci spinge a incontrare e stimare il fratello.
C’è troppa gente che parla. Tutti si devono esprimere! Una volta la gente viveva, lavorava ed amava. Adesso scrive….
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