Sei anni fa, anche allora era un sabato, venivo ordinato sacerdote!
Quando arrivano queste ricorrenze, ritornano alla mente i ricordi piacevoli, le emozioni vissute….ma nascono, anche nel cuore i sentimenti di tristezza, ripensamenti, analisi circa un prima e un dopo che quella ricorrenza è in grado di scatenare nel cuore!
Penso che la più grande disgrazia che ci può capitare, e lo dico in questo momento/periodo in cui è successo di tutto, è quella di rimanere con gli occhi asciutti.
Gli occhi asciutti sono quelli di coloro che pensano di controllare tutto, di avere la risposta per tutto, invece è proprio il valore delle lacrime che ci costringe a guardare la vita in maniera più profonda, e il dolore che ci capita, quello che tu non cerchi, non ti lascia scampo: a me è successo in questi giorni, giorni che mi hanno costretto a piangere, a rivedere me stesso. E quando tu soffri, sei obbligato a guardare seriamente “dentro” le cose, sei obbligato a rivedere i tuoi piccoli ragionamenti e vedere tutta la tua vita, ala tua vita sacerdotale in maniera completamente diversa…..
Cari amici, non abbiate paura di piangere! Non abbiate paura del dolore, del sentirvi abbandonati, vilipesi, incompresi anche quando quel dolore è un dolore ingiusto, perché talvolta quelle lacrime sono lacrime del nostro Battesimo, che tornano a sgorgare all’interno della nostra vita assettata e mai sazia. Le lacrime ci ricordano, mi hanno ricordato di essere un umano e che vivere e testimoniare il messaggio di Cristo dobbiamo ritornare ad essere umani. E’ stato così anche per i suoi discepoli, per i suoi amici, per le persone che gli sono stati più vicine. Pensate, amici miei, a quando in quella notte di tanti secoli fa, Gesù fu tradito, la notte della Passione, in quella notte Gesù fu tradito da due amici, due discepoli: Pietro e Giuda.
Entrambi si macchiarono di quell’atteggiamento, e da quella scelta infame, di consegnarlo, di venderlo, di disconoscerlo, però solo uno, dice il Vangelo, “pianse amaramente”, le lacrime erano di Pietro, e quelle lacrime gli salvarono la vita, perché fu ed era il pianto del pentimento, era il pianto di chi si accorge e che fa esperienza dell’amore di Gesù…
Giuda non si accorse di quell’amore e si condannò da solo, Giuda preferì non piangere, preferì il giudizio, preferì la disperazione, preferì togliersi la vita.
A volte, è proprio accogliendo le lacrime che ci si salva la vita, tornare, magari, ad essere agli occhi di tutti più fragili, ma anche più autentici!
Un cristiano, un sacerdote non è uno più forte, è uno che forse ha fatto pace con la propria fragilità, perché noi siamo figli di un Dio che ha mandato suo figlio sulla croce, uno che ci ha amato con i chiodi, che ci ha amato con delle ferite che ci mostra quelle ferite non per farci venire i sensi di colpa ma per dirci di non avere paura della sofferenza, anche quella ingiusta, quella della croce, le tanti croci.
Allora il messaggio di speranza, per questo mio “triste” anniversario, e per tutte quelle volte che incontreremo “tristezza”, dolore nella nostra vita , avvenimenti o accadimenti che ci faranno salire le lacrime agli occhi, forse perché amiamo veramente qualcuno, è un messaggio di cambiamento, di radicale conversione che dice autenticamente la nostra passione per Gesù….
Non abbiate pura delle lacrime, ha pianto anche Gesù, lo ha fatto per la morte dell’amico Lazzaro, ha pianto in quella famigerata notte. Anche Maria ha pianto.
CHI AMA PIANGE! Chi ama non ha paura di piangere, della sofferenza, perché la sofferenza è un alfabeto “altro” per dire e per professare l’amore!
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. A volte non è facile dare e consegnare la propria vita, eppure come sacerdote guardo a Cristo e, solo allora, imparo e voglio imparare da Lui che cosa significa essere uomini, veri uomini!
Ma vorrei lasciarvi con un suggerimento che ho fatto mio in questi giorni: qual’è il punto di vista migliore per guardare Gesù, quale è la prospettiva migliore per dire questo è il “vero” Gesù? Questo è il Signore?
E’ il Gesù visto con gli occhi della Madre! Ecco perché la maniera migliore per guardare Gesù è Maria, è Lei quella roccia sulla quale dobbiamo arrampicarci, è con Lei che abbiamo la visione migliore, perché chi potrebbe vedere meglio il figlio se non la madre?
Allora, io lo farò oggi nell’eucarestia che celebrerò portando tutti voi con me all’altare, domandiamo alla Madre del cenacolo, l’apripista della discesa dello Spirito santo sugli apostoli di ogni tempo, di portarci in braccio al Figlio e di “mostrarci” il Figlio…. Buona Giornata
Ti auguro ogni bene : sia per l’anniversario della ordinazione sacerdotale, sia per le vicende passate; che importa del male ricevuto ,è passato! Bruciano le ferite! Le offriamo a Gesù, il buon Samaritano! Tiriamo avanti, voltiamo pagina,deponiamo tutti i nostri crucci,gli. affanni, le batoste , gli oltraggi ai piedi della Croce, in espiazione dei ns peccati prima e quelli del mondo intero, e il Signore ci ricompensera’ .
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Giusto.
Ma direi comunque che il sacerdote non è proprio un uomo come tutti gli altri.
No,è di più e risponde della sua scelta.
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