In questi giorni in cui si intensificano gli scontri tra “alleati”, [che tristezza se sono alleati che senso ha comportarsi così…], mi vengono in mente due termini: lecchini e cecchini.
E pur considerando la recenti circostanze, vorrei parlare del cosiddetto e “consolidato” costume italiano nel rapporto Politica-Chiesa: da una parte gli opportunisti ad oltranza
che plaudono ad ogni soluzione “pur che sia” (meglio l’uovo oggi che la gallina domani), e gli scontenti irriducibili che sparano nel silenzio e nel buio (meglio non cambiare, noi stiamo bene così) e che uscendo dalle tane, anche e sopratutto medianiche (Tv, stampa, Rete) mostrano buona volontà affermando che “è opportuno rimandare perché si può fare di meglio”.
Neanche a dirlo, due posizioni deleterie che si rincorrono da sempre e da sempre danno vita al fantasmagorico “Teatrino delle sagrestie”….
Una bòtta al cerchio e una alla botte, si potrebbe dire!?…
No, no, due bòtte alla botte: una stremata Italia in balia dei vizi italioti coltivati con sapienza dai lecchini, perché beneficiari di opportunità, somministrati con astuzia dai cecchini comodamente seduti alla tavola abbondantemente imbandita e rifornita da Sagrestie ormai deserte….
E nessuno sente, lecchini e cecchini, che il tempo è cambiato…., qualcuno bussa alla porta, non per una cortese visita, parla una lingua diversa, indossa vestiti diversi, mischia le carte in tavola, pone problemi… sopratutto di coscienza!
E’forse il caso di frizzare le orecchie amici mie: cecchini e cecchini, è ora di cambiare noi l’ingrato compito! Buona Giornata