“Morendo, termino di nascere”, scriveva nel 1800 Bejamin Franklin. E il suo breve aforisma può essere opportunamente accolto, per comprendere il significato di questo mese mariano appena iniziato. Morire, e ce lo insegna Maria che ci conduce a passato felpato verso la croce del Figlio, è nascere! La morte naturale, la bella morte all’antica, quel tramontare sereno dei giorni, quel salutarsi come in attesa di un altro incontro più festoso, questa morte oggi non esiste più, o è ben rara, comunque difficilmente avviene con quella serenità biblica del patriarca Simeone: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace…”. Eppure è a questa serenità a cui tendere, per non sprecare, non buttare alla ortiche il nostro pellegrinare, il nostro darci da fare in questo mondo.
In testi antichi e a questa risonanza di festa che si faceva riferimento all’elevazione, alla “cattura” del Corpo di Maria verso il cielo, una serenità che ha lasciato e lascia tuttora a noi che ci siamo una certezza “altra” rispetto alla Morte stessa….
Sì, è meglio vivere pensando che il mio morire sia il termine di una continua e compita nascita!!! Buona Giornata
Belle parole che condivido. Sant’Agostino diceva che è meglio affrontare la morte una volta sola quando è il momento piuttosto che morire mille volte continuando a pensare con paura alla morte quando si è ancora in vita.
Un saluto
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