Spesso le persone tremano quando devono parlare di loro. Le persone vanno in crisi quando devono raccontarti qualcosa sulle loro sofferenze, sulle loro ferite, sulla loro capacità d’amare, di vivetesi l’affettività o la sua sessualità.
Ma una comunità vera non può che fondarsi sulla capacità di vincere le paure, le porte chiuse e di mostrarsi per quello che si è. Allora, e solo allora, nasce l’amore perché, al di là delle mie ferite, al di là di ciò che faccio, tu mi accogli, mi ami, ci sei senza giudicarmi. Questa è comunità.
Tutte le feste, gli incontri tra parenti, le sagre, , i poi-nic, sono attività buone ma non servono a nulla, se le persone non sanno mostrarsi e accogliersi nelle loro fragilità e nelle loro vulnerabilità. La messa della domenica dovrebbe essere proprio questo: vengo in chiesa e mostro le mie ferite al Signore.
Tommaso, il famoso Tommaso di questa domenica della Divina Misericordia, è uno che non c’è! E’ uno, cioè, che non vuole fare come gli altri. E quando gli altri gli dicono “Abbiamo visto il Signore”, lui quasi si mette a ridere. Nella sua presunzione dice: “Se io non vedo e non tocco, non credo”. C’è molto orgoglio in questa frase.
Nelle nostre comunità, a volte lue persone diventano, come Tommaso, arroganti prepotenti e orgogliose. Ma tutto questo nasce dalla loro paura e dalla loro insicurezza.. Fintanto che non apriranno il cuore e non ammetteranno la loro ferita, continueranno ad esserlo. Allora bisogna fare un’operazione chirurgica: tagliare da quel malsano attaccamento al “male”, alle “ferite” per scoprire la Presenza del Signore, che è forza della Vita! E’ un Dio che vive dentro ciascuno di noi e che chiede di essere “liberato”!
Buona Domenica e Buona settimana!