Parli di carità e il pensiero volge criticamente, e oggi più che mai, e con sospetto alle folle di immigrati, che bussano alle nostre porte, se poi chi reclama la carità, incita alla carità è un prete apriti o cielo….
In realtà una forma vera di apostolato alla carità di cui si avverte oggi è l’educazione alla fede, almeno per due ordini di motivi. Il primo, perché la missione educativa in generale sembra diventare sempre più dura e precaria, viste le notevoli difficoltà nel trasmettere alle nuove generazioni i valori cardine dell’esistenza e della convivenza civile, al punto che da più parti si parla di “emergenza educativa”. Il secondo, perché date queste difficoltà, i genitori, gli educatori, gli insegnanti sono spesso tentati a rinunciare al proprio ruolo educativo oppure non comprendono quale sia e che senso abbia la missione a loro affidata. L’educazione alla fede, come ogni rapporto educativo, richiede la sollecitazione della libertà di chi è educato e l’autorevolezza di chi educa. L’educazione alla fede non solo è sempre un incontro di libertà, ma interpella la libertà anche perché la chiama alla fede e alla conversione dino alla maturazione di scelte definitive.
Questa dovrebbe essere la carità che serpeggia che dovrebbe crescere nelle nostre piccole o grandi comunità cristiane, ma a quanto sembra sorvoliamo anche e sopratutto qui, e la conseguenza è che la “casa/cuore/carità” che costruiamo apparentemente edificata sulla bella roccia dell’apparire, in realtà è edificata sulla sabbia, sulle chiacchiere….. gente armiamoci e partiamo! Buona Giornata!!