Verbo, grammatica, pensiamo a robe e a concetti che non ci coinvolgono fino in fondo….. Eppure quel verbo è un persona, la stessa persona che Maria, la Madre ci indica come Fratello, come affidabile compagno di strada anche nelle nostre vite complicate difficili di suo, e se non sufficientemente complicate ce la mettiamo tutta per complicarle… Eppure Lui viene e bussa… e attende una mia, una tua una nostra risposta.
La fine di un anno vissuto più o meno da cristiani ci interpella ci interroga profondamente su ciò che siamo e su ciò che vogliamo essere. L’evangelista Giovanni chiama il nostro Fratello e amico Gesù “verbo” attingendo ad un linguaggio filosofico, talvolta difficile da comprendere, fatto apposta si pensa per rendere la nostra stessa essenza di cristiani difficile. Eppure quel Verbo è Dio che si incarna diventa umano nel suo Santo Natale. E il suo modo di parlare di interpellarci è particolare, il Verbo ha un modo di coniugare il suo Essere con il suo modo di parlare di essere concretamente Verbo nella nostra vita.
Il suo parlare è un parlare al nostro cuore. E ogni cuore si dice abbia quattro stanze. L’arte del perdonare, una delle caratteristiche del Santo Natale, offre le chiavi per aprire tutte le porte e scoprire la stanza della libertà, la reale e concreta vocazione di ogni cristiano! Si tratta della stanza della liberazione, poi della stanza della responsabilità, della stanza della gratitudine, della stanza della realizzazione. Le quattro chiavi che il Natale porta con sé sono un esercizio molto utile per esperimentare l’efficacia del perdono, che vi possa garantire rappresenta lo snodo di ogni vita realizzata.
La prima chiave: è il momento della liberazione. Appunta le ragioni per cui vuoi perdonare qualcuno, e può trattarsi anche di te stesso, mettici tutto te stesso Lui ti aiuterà a rendere la tua vita la tua stessa esistenza un’autostrada verso il cielo…..,
La seconda chiave è la responsabilità: rifletti sulle ragioni per cui vuoi essere perdonato, lascia affiorare dal tuo cuore le motivazioni più autentiche per cui vuoi chiedere perdono.
La terza chiave: è il momento della gratitudine. Ringrazia sempre, sei un per donato, individua in te e per te le motivazioni autentiche per sentire gratitudine.
La quarta chiave: è il momento del superamento degli opposti, della dialettica giusto/sbagliato: è al di là di ogni dualità che si trova la soluzione ciascun conflitto con te stesso e con chi ti sta accanto. E’ il perdono… è il perdono che permette di ristabilire il legame perduto. Di liberare e di liberarsi. Pensa a un momento in cui stavi bene con la persona che hai scelto, alla tua comunità che ti ha generato come figlio, come cristiano… abbi il coraggio di poggiare le mani sul tuo cuore e pronuncia la parola magica “Grazie”.
Quando chiesero a Nelson Mandela: “Come hai fatto a passare ventisette anni in un minuscola cella e a perdonare quelli che ti hanno perseguitato?”, lui rispose con quattro parole “Per dono, per amore….. parole che facciamo nostre per augurarci un Buon e Santo Natale!