“Non temere!”, disse l’angelo Gabriele, alla giovane Maria. Quante volte nelle pagine della Bibbia risuona questo invito. È l’invito affettuoso del Signore a non dar ragione alla paura. Oggi la paura sembra dominare i cuori e la vita. Si hanno tante paure: paura del futuro, della debolezza, della malattia, della vecchiaia, della morte, paura degli altri. E la paura fa vivere per se stessi, fa chiudere in se stessi e guardare con diffidenza gli altri. Nella paura si diventa tutti più incerti e anche antipatici, scortesi, freddi, duri, prepotenti, a volte persino violenti, perché gli altri diventano concorrenti e nemici, gente da cui guardarsi e da cui difendersi. La paura allontana e divide.
Amici, ci dovrebbe sempre sorprendere la sollecitudine divina verso Maria e verso ognuno di noi: la presenza e la parola del suo angelo ci accompagnano, perché anche noi possiamo dire il nostro sì al Signore senza dar ragione alla paura, con la fiducia che il Signore ci aiuta e che tutto con lui diventa possibile. Siamo di fronte al miracolo della presenza di Dio e della forza della sua parola. “Nulla è impossibile a Dio”.
Mentre come Maria ci prepariamo ad accogliere il Signore Gesù, è necessario riflettere su quest’ultima parola dell’angelo alla Vergine. Infatti troppe cose consideriamo impossibili. Ancora troppo spesso ci tiriamo indietro davanti alle parole del Vangelo, che rendiamo impossibili per la nostra poca fede o per un senso modesto della nostra vita cristiana.
Il nostro mondo ha bisogno, oggi più che mai, del Vangelo dell’Avvento e del Natale, perché sia ancora possibile per Gesù trovare posto nella vita degli uomini e si possano compiere i tanti miracoli della sua presenza, quel miracolo che rende gli uomini amici e fratelli, che insegna la pietà e fa vivere umanamente. Dio è ancora alla ricerca di donne e uomini che come Maria sappiano rispondere alla domanda dell’inizio: “Dove sei?”
E’ la domanda dell’inizio della storia umana, che Dio rivolse ad Adamo e oggi rivolge ad ognuno di noi. “Dove sei”?, chiede Dio ad ognuno di noi, mentre camminiamo chini su noi stessi, preoccupati per le nostre difficoltà, invecchiati dall’abitudine e dal pessimismo, impauriti e sfuggenti quando il Signore ci parla.
“Dove sei”?, quando triste e insoddisfatto cerchi approvazioni e consensi e giudichi gli altri, o ti illudi nel benessere, mentre tanti avrebbero bisogno del tuo aiuto e della tua amicizia?
“Dove sei?”, ci chiede il Signore con affetto e insistenza. Perché ti nascondi al mio amore e alla mia parola? Perché ti vergogni della tua debolezza, della fragilità del tuo corpo, dei tuoi sentimenti incerti, del bisogno di vivere ascoltando il Signore e non te stesso?
In questa domanda si nasconde il mistero dell’amore di Dio che cerca l’uomo ed anche il mistero dell’uomo, che pur venendo da Dio, si nasconde a lui, vorrebbe vivere come se Dio non ci fosse, perché la presenza di Dio è sempre una domanda, un invito ad ascoltare, a non vivere solo per se stessi, a guardare oltre il presente.
“Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola.”
La risposta di Maria interrompe definitivamente la fuga e la vergogna degli inizi. “Eccomi”. La mia piccolezza e debolezza non mi impediranno di essere tuo servo, di vivere con te, o mio Signore, perché il mondo ti ritrovi e ascolti la tua parola.
“Eccomi”, avvenga di me secondo la tua parola. Eccoci, Signore, siamo ancora deboli e incerti, sprechiamo tante energie che tu ci hai dato, ma siamo qui, con le nostre paure e la nostra fragilità. Non ci vergogniamo di essere così, ma come mendicanti ci rivolgiamo a te, per smettere di sottrarci al tuo sguardo e alla tua parola piena di amore e di sollecitudine. Parla, Signore, che i tuoi servi ti ascoltano. Così è l’Avvento: una donna, un uomo, che come la Vergine Maria non si sottraggono alla voce di Dio e si affidano al Signore, certi che renderà possibili le cose impossibili. Buona Solennità dell’Immacolata!