AVVENTO….

All’inizio dell’ Avvento, mi permetto di rivolgerti qualche pensiero che spero ti possa aiutare a prepararti a Colui che, con l’incarnazione, raggiunge la nostra umanità per portare aa compimento il disegno di salvezza di Dio nostro Padre.
AVVENTO: UN’OCCASIONE PER FARCI “PROSSIMO”.
“Ma chi è il mio prossimo?” [Lc. 10,30].
Penso che noi tutti dobbiamo essere grati a quel dottore della Legge, cocciuto, pedante, cavilloso. Con la sua domanda, apparentemente capziosa, ha provocato una risposta che mette in luce uno degli aspetti fondamentali e originali della carità cristiana, di Retrovaile.
“Ma chi è il mio prossimo?”, chiede lo “specialista della legge”. Dopo aver raccontato la parabola del Buon Samaritano, Gesù rovescia la domanda: ”Quali di codesti tre ti pare che sia stato prossimo a colui che s’imbatté nei ladroni?”. [Lc 10,36].
La cosa, per come stanno andando le cose anche tra di noi, è importantissima ed esige un’attenta considerazione e attenzione.
“Ma chi è il mio prossimo?”, pretende di sapere il dottore della legge. Gesù non risponde a questa domanda. Ne pone piuttosto un’altra (“quali di codesti tre ti pare sia stato prossimo…”), dopo aver presentato le situazione del poveraccio (addirittura un caso limite: si tratta di un nemico!) ferito, sanguinante, stordito dalle percosse.
Ossia, allora come oggi, per le nostre situazioni di fragilità e di difficoltà bisogna spostare il centro d’interesse. Il dottore della legge si colloca al centro, e pone gli altri attorno a sé (“ma chi è il mio prossimo?”).
Questo centro non è l’io, ma chiunque si trova sulla nostra strada e ha bisogno di soccorso, di comprensione, di amore, di ripartire nella propria storia d’amore…
Il problema fondamentale per il cristiano e per chiunque è a “servizio” non è quello di sapere chi è il suo prossimo (ossia gli individui che gli permettono di esercitare la carità). Il problema essenziale è di “farsi prossimo”,spostando il centro di interesse dall’io agli altri, dall’io alla comunità!
Il Samaritano non ha pensato: “che cosa mi accadrà se aiuto questo disgraziato? Perderò tempo, sprecherò danari, magari inciamperò anch’io nei briganti…”. Ma si è domandato: “Che cosa capiterà a questo disgraziato se io nego il mio aiuto, se io tiro dritto, se chiudo gli occhi e faccio finta di non vederlo?….”.
Ecco lo spostamento del centro d’interesse. Il Samaritano si colloca nella prospettiva giusta: ossia dalla parte dell’altro.
Dunque. Non si tratta di sapere chi devo amare, ma di rendermi conto che tutti hanno diritto al mio amore. Il “bisogno” è un titolo sufficiente per qualunque individuo ad avere il mio amore.
Devo, dobbiamo, accostarci, farmi e farci vicino, “prossimo/i” a tutti, anche a coloro che non la pensano come noi, non sono dei nostri, anzi specialmente a questi.
L’amore cristiano elimina qualsiasi distanza, perché mi costringe a farmi “prossimo” a chiunque incontrerò nel mio cammino.
Penso che ci sia materia a sufficienza di riflessione, di esame e di….rimorso. Spesso anche tra di noi ci accusiamo delle “mancanze contro la carità”. Troppo poco. Le nostre colpe vanno ben oltre. C’è tutto un campo in cui le nostre omissioni, i “nostri reati di non amore” sono davvero enormi.
Iniziando questo periodo santo di Avvento diciamo: “Dacci oggi il nostro amore quotidiano… Fa o Signore, che sia un buon prossimo per tutti quelli che incontro, che ascolto…” sarebbe il modo migliore per accogliere per l’ennesima volta il nostro Signore! Buon Avvento Don Ermanno

Pubblicato da PadreErmannoCaccia

...per Cristo...con Cristo e in Cristo!

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