Il Cristiano non è mai un uomo "arretrato"
Ieri sera incontro natalizio con i miei amici “papà”….: Claudio, Maurizio, Carlo [in ordine cronologico…], e aldilà del bell’incontro l’occasione per riflettere sulla figura del padre…
La figura di Giuseppe è forse la figura più bella e più provocante della paternità: Giuseppe, insegna anche a noi sacerdoti, che non si è padri perché si mette al mondo un figlio, ma si è padri quando ci si assume la responsabilità di educare qualcuno, di custodirlo, di farlo “crescere”. Se Giuseppe è l’uomo a cui dobbiamo un pò tutti ispirarci, Giuseppe rimane anche l’uomo che dovremmo cercare…
Un uomo che ha amato profondamente sua moglie Maria e suo figlio Gesù!
Un cuore umano! Uomo senza nient’altro, anche lui peccatore, non partecipe di alcuna divinità! Un uomo simile a ciascuno di noi. Ma un uomo che ha ben funzionato, che si è sentito come ciascuno di noi figlio. Giuseppe uomo sicuro di sé, anche lui attanagliato da paure e dubbi, ma che si è fidato più di un sogno che delle sue paure e delle sue incertezze…. Chiediamo a lui in questi giorni che ci dividono dal Santo Natale di costudirci come figli, di essere per ciascuno di noi un padre “putativo”, affidandoci alla capacità di amare quest’uomo. Chiediamo a lui la capacità di agire e di scomparire. Ma non lo scomparire di chi poi si sente tutto triste, perché nessuno ha riconosciuto il suo lavoro, ma di chi non ha bisogno di nulla e per questo si percepisce “inutile”, cioè che non ha bisogno di un utile, non cerca un utile. Buona Giornata