Il Cristiano non è mai un uomo "arretrato"
Ricordo di tutti i nostri cari defunti! Indubbiamente e proprio in questa occasione nonbasta dire “io credo”. Anche l’apostolo Giacomo ce lo ricorda: “Che giova, fratelli miei se uno dice di aver la fede ma non ha le opere?…, così anche la fede se non ha le opere, è morta in se stessa” [Gc 2,14-17].Non basta neppure pregare. E’ l’invito che ci porge lo stesso Gesù: “Non chiunque mi dice, Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” [Mt 7,21].
Non basta nemmeno amare Dio. Fin dai primi tempi della chiesa l’Apostolo Giovanni lo ricordava alla sua stessa comunità: “Se uno dicesse: ‘Io amo Dio’ e odiasse il suo fratello, è un mentitore” [1 Gv 4,20].
Eppure la fede rimane alla fine di una vita un solido fondamento della fiducia su cui si costruisce ogni vita. La fede da senso e coerenza alla storia di ciascuno. La fede, e solo quella, trasforma il cuore e lo apre alle novità, alle diversità di tempo, di luogo, di situazioni. Il credente dopotutto è una persona in ricerca, la fede non dispensa del continuare ad interrogarsi a a scrutare il cuore di Dio. Dire in questi casi “io credo” significa scegliere di aprire una porta su Dio e di permettere alla luce di entrare. Dire “io credo” significa far entrare luce nel proprio cuore, magari ammalato, addolorato, per cercare di “vivere”. Dire “io credo significa far entrare nella vita del mondo la luce del Risorto., le gioie, i ricordi, ciò che ciascuno dei nostri cari estinti ci ha dato nel bene e nel male per trasformare un ricordo in preghiera. Buona giornata.