Il Cristiano non è mai un uomo "arretrato"
C’è un’umanità che cerca Gesù, che lo invoca, che vuole vedere il suo volto, che sembra esclusa da giudizi senza cuore. A voler bene guardare sappiamo fare analisi, diagnosi, previsioni e dimentichiamo di aver a che fare con le persone, che sono “immagine” e “somiglianza” di Dio! E a questo dobbiamo credere!
Dio non pone misure alla potenza di questo nostro credere, all’investimento che ci viene chiesto nel “credere”!
All’insegna del “che male c’è se a me non fa male”, stiamo dimenticando la nostra umanità, la nostra storia e non ci accorgiamo di impedire le nostre “vere” guarigioni!
In realtà se non sappiamo riconoscere il male che affligge la nostra umanità, non potremo nemmeno riconoscere Gesù “medico” e “medicina”.
Molti di noi, anche noi sacerdoti, preghiamo con la speranza e non con la fede. E facciamo della speranza un delle “tante possibilità”, una sorta di “chissà, forse, se Dio vuole”, quasi si trattasse di tenere alla sorte per vincere un premio, o una lotteria.
In realtà si deve pregare con la fede e non con la speranza! E’ Gesù stesso che non pone “misure” alla potenza della fede, afferma piuttosto il contrario e cioè che per realizzare la nostra vera umanità, un’umanità felice sarebbe necessario averne anche quanto un microscopico “granello di senape”. Buona Giornata!