La parabola delle nozze in Matteo 13, ferisce… Pare che
quando Dio invita, bisogna rispondere. Lui il Maestro manda i suoi servi per chiamare alle nozze….li mandò di nuovo. La sua insistenza nell’invito, rende chiunque disarmato.La felicità o l’infelicitànella quale spesso ci crogioliamo non ci toglie dall’imbarazzo di dover scegliere. Lui imperterrito, importuno bussa alla porta …
Dal momento che i suoi messaggeri non la smettono di ritornare a scocciare, non resta che eliminarli allo stesso modo del figlio. Il versetto 7 appare come un pugno allo stomaco. Perché questa vendetta? A cosa serve esser Dio?
Alla fine la chiamata non conosce i limiti: dice: “andate agli angoli delle strade, raccogliete e portare tutto quello che trovate…la salvezza, la bontà fatto “gesto” è per tutti!
Vedete aldilà di quello che qualcuno dice e si sforza con belle parole di dimostrare, è sbagliato pensare che si possa staccare dal Vangelo, un pensiero, metter insieme una specie di sintesi, maneggevole, cui attenersi in nome dell’umanità o dell’obbedienza.
Non conta niente parlare eccessivamente di Signore, Dio e tutti gli orpelli se poi si ignora il suo invito a nozze. Tutto questo è pubblicità, né più né meno, come avviene per le marche di carta igienica o di detersivo…
L’estate, questa nostra estate, porta con sé il risultato di una primavera….noi siamo il risultato di una primavera di amore e di affidamento, di risposta a una chiamata speciale. Per crescere e dare i frutti dobbiamo esser “freschi” originali consapevoli di essere raggiunti di un invito alla quale non è possibile dire di no o peggio ancora di ignorare quell’invito…
Freschezza, originalità esser legna capace di scaldare e non legna secca che è “bruciata” che un pochino o scalda ma che poi è gettata su per il camino.
Coraggio decidiamo proprio in questi giorni di essere legna fresca di essere e di sentirci convocati a qell0’incontro, a quell’invito del Maestro…. Buona giornata